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Risolvere i problemi della retina con la protesi retinica Argus IILa protesi retinica Argus II

Le patologie che colpiscono la retina (membrana dell'occhio deputata a trasformare l'impulso luminoso in un impulso nervoso) sono numerose e alcune possono provocare una grave riduzione della vista.

In particolare ricordiamo una malattia ereditaria della retinica, la retinite pigmentosa (colpisce i fotorecettori cioè i coni e i bastoncelli), che riduce drasticamente la vista fino a portare alla cecità.

Ultimamente sono stati sviluppati alcuni tipi di protesi nel tentativo di migliorare la vista gravemente compromessa di questi pazienti.

Tra queste ricordiamo la protesi retinica Argus 2 che è caratterizata dalla presenza di una mini-telecamera montata su occhiali speciali che capta le immagini e le trasmette wireless a un microchip che con un delicato intervento chirurgico viene inserito sopra la zona centrale della retina; il chip le trasforma in impulsi elettrici inviati lungo il nervo ottico alla corteccia cerebrale occipitale che è la sede deputata alla visione.

I pazienti affetti da tale patologia presentano una retina che ha praticamente smesso di funzionare, mentre il nervo ottico ha la capacità di trasmettere gli impulsi al cervello; la protesi praticamente permette di saltare la parte di retina malata e stimolare le vie ottiche che invece hanno ancora funzionalità.

Ho assistito al primo intervento effettuato in Italia dal dott Stanislao Rizzo in data 29 ottobre 2011 presso la sala operatoria di Oculistica dell'ospedale di Cisanello.

Questa è la foto che ho scattato: è visibile in primo piano il microchip tenuto da una pinzetta e appoggiato sopra la cornea; i bottoncini color arancione sono alcuni trocar utilizzati per potere inserire all'interno dell'occhio strumenti chirurgici, fibre ottiche ed altro da utilizzare durante l'intervento.

Questo microchip è stato poi inserito all'interno dell'occhio e appoggiato e fissato sopra la zona più nobile della retina che è la macula; questo permette, come già detto, di inviare impulsi alla retina, al nervo ottico e infine alla corteccia cerebrale e permettere al paziente una certa visione, anche se grossolana.

Infatti per il momento, il paziente operato può distinguere le sagome degli oggetti e delle persone e può orientarsi in un ambiente sconosciuto. Alcuni riescono anche a distinguere alcune grosse lettere bianche su sfondo nero.

Può essere considerato "poco" ma per chi non ha visto per molti anni, questo è considerato un grande successo; naturalmente ci si attende un perfezionamento della protesi con un miglioramento del risultato visivo.

Curiosità: la parola latina Argus indica un gigante della mitologia greca dai 100 occhi (e che quindi ha la possibilità di vedere molto).