logo

Facoemulsificazione, le lenti intraoculari (IOL) e tutto ciò che ha migliorato l'intervento di cataratta

Charles Kelman

Charles Kelman

Sir Nicholas Harold Lloyd Ridley

Sir Nicholas Harold Lloyd Ridley

Spitfire inglese

Spitfire inglese

Nuove lenti intraoculari (16/2/2018)

Nuove lenti intraoculari (16/2/2018)

L'evoluzione nell'intervento di cataratta

Per cataratta si intende una opacizzazione del cristallino, una potente lente intraoculare naturale che ha la capacità di mettere a fuoco gli oggetti posti a varia distanza.

Con l'età, ma anche per altre cause (traumi, fenomeni infiammatori, iatrogene, congenite etc) il cristallino si indurisce e si opacizza provocando una riduzione della vista non correggibile con occhiali e/o con lenti a contatto.

Fino ad alcuni decenni fa, veniva solamente rimosso il cristallino naturale e, per potere vedere, il paziente aveva bisogno di occhiali con lenti molto potenti.

Oggi invece grazie a tecniche chirurgiche sempre più sofisticate si può rimuovere la cataratta, lasciando solo l'involucro esterno del cristallino stesso (detto sacco capsulare) e all'interno di questo si inserisce una lente intraoculare (IOL) di piccole dimensioni (5-6 mm) che permette all'occhio di mettere nuovamente a fuoco gli oggetti.

 

Come è nata l'idea di utilizzare la tecnica di facoemulsificazione?

L'idea della facoemulsificazione venne a Charles Kelman, oculista con uno straordinario intuito; sembra che un giorno nel 1965, osservando il suo dentista utilizzare gli ultrasuoni per la cura dei denti, pensò che se gli ultrasuoni agivano bene sui denti senza creare danno potevano essere utili anche per la frammentazione del cristallino catarattoso; e infatti poco dopo utilizzò lo stesso strumento del dentista per frammentare un cristallino umano che lui stesso si era procurato.

Nel 1967, al Manhattan Eye and Ear Hospital, eseguì il primo intervento di cataratta utilizzando un rudimentale strumento ad ultrasuoni per rimuovere la cataratta di un occhio cieco che doveva essere enucleato.

Gli anni successivi servirono per migliorare lo strumento sebbene negli anni 70 il mondo scientifico non credesse a questo nuovo tipo di tecnica e solo nella metà degli anni 80 è entrata nella pratica clinica.

 

Come è nata l'idea di utilizzare delle lenti intraoculari?

Durante la seconda guerra mondiale, numerosi piloti che facevano parte della Royal Air Force subivano ferite agli occhi.

I danni oculari più frequenti erano dovuti a traumi causati da schegge formatesi dalla rottura del cupolino o tettuccio dell'aereo.

Un medico oculista, Sir Nicholas Harold Lloyd Ridley (1906-2001), notò che se le schegge dei cupolini della cabina di pilotaggio dell'aereo erano di plastica, gli occhi colpiti non mostravano segni di reazione avversa, mentre ciò avveniva se erano di vetro; pertanto propose l'uso di lenti in plastica per correggere la cataratta.

 

Alla fine degli anni '40 riuscì a produrre una lente in plastica (PMMA: polimetilmetacrilato) chiamata Perspex (nome derivato dal latino perspicio che significa "vedo attraverso") e il 29 novembre 1949 al St Thomas 'Hospital, Harold Ridley realizzò il primo impianto di una lente intraoculare.

Il primo impianto IOL eseguito negli Stati Uniti fu nel 1952, una lente Ridley-Rayner impiantata presso il Wills Eye Hospital di Philadelphia.

Negli anni successivi furono prodotte vari tipi di IOL e alla fine degli anni 60 Cornelius Binkhorst sviluppò una lente a 4 anse con riduzione di complicanze; nel 1977 Steven Shearing impiantò la prima IOL da camera posteriore.

La prima IOL ad essere approvata negli Stati Uniti dalla Food and Drug Administration fu nel 1981 ed era progettata dal discepolo di Ridley, Peter Choyce.

Le lenti intraoculari si sono molto evolute in questi ultimi anni:                                  Il 16 febbraio 2018 è stata presentata una lente acrilica idrofobica precaricata, cioè già piegata e inserita nell'iniettore (strumento che permette l'inserimento della lente attraverso un piccolo taglio 1.8-2.2); a parte le caratteristiche della lente notevolmente migliorate, la novità è che all'interno dell'iniettore c'è una piccola bombola di gas che attraverso la pressione esercitata su un pulsante spinge la lente all'interno dell'occhio; in questo modo si utilizza una sola mano (normalmente negli iniettori occorre girare una vite posta dietro all'iniettore stesso e quindi devono essere utilizzate tutte e due le mani, una per tenere lo strumento e una per girare la manopola).

La svolta decisiva per un intervento sempre più efficace e sicuro di cataratta è avvenuto negli anni 80; infatti in quel periodo ha preso piede la facoemulsificazione (disgregazione del cristallino con gli ultrasuoni), si è iniziato a utilizzare le sostanze viscoelastiche che permettono di mantenere stabile l'occhio durante l'intervento e le lenti intraoculari sono diventate sempre più performanti per forma e per sicurezza; sempre in quegli anni si è iniziato a utilizzare il Nd:Yag laser in modo di aprire la capsula posteriore che può opacizzarsi dopo l'intervento di cataratta.

 

David Miller e Robert Stegmann introdussero il primo viscoelastico Healon.

Franz Fankhausene Daniele Aron Rosa inventarono il Nd:Yag laser.